SCILLA

(Reggio Calabria)



E' certamente la località più conosciuta della Calabria. Sorge sulla mitica rocca e lungo le pendici di questa. Centro abitato con case del '600-'700 spesso ancora ben conservate. Di notevole valore storico e architettonico il castello dei Ruffo, ora adibito ad ostello per la gioventù e a faro, e il quartiere della "Chianalea".


Nel castello, di singolare bellezza é tutta la scala e il corridoio di accesso; suggestive le segrete, recentemente recuperate con lavori di restauro. La Chianalea é adagiata sul mare. Le case e i palazzi del Sei e Settecento si alternano alle modeste ma allegre casette dei pescatori . L'acqua spesso lambisce le porte delle case i cui muri sono piantati nell'acqua. Quando il mare é mosso e il tempo inclemente sembra davvero di essere i protagonisti del poema omerico, in cui Scilla é la vergine odiata da Circe per amore di Glauco.


Le origini di questo incantevole posto hanno radici addirittura mitologiche. Omero lo descrive come la tana di un mostro che aggrediva le navi di passaggio, dando così luogo alla leggenda di Scilla e Cariddi. Tuttavia Scilla fu sicuramente fortilizio greco, per poi passare sotto il dominio di Anassilao, tiranno di Reggio, che ne fece l'Oppidum Scyllaeum, rivalutandone il ruolo. Al tempo dei Romani nel mare di Scilla trovò riparo l'esercito di Ottaviano. In epoca saracena Scilla fu devastata ma tornò ad essere un luogo di rifugio allorquando Carlo d'Angiò dovette ritirarsi dopo aver fallito la conquista di Messina. Il terremoto del 1783 causò notevoli danni. L'arco di costa che da Scilla porta a Bagnara, é il regno delle spadare. La cattura del pesce spada, un rito che l'introduzione di metodi più moderni non ha intaccato, ha origini remotissime risalenti ai Fenici.