SCIACCA (Agrigento)
Diversi studiosi fanno derivare il nome Sciacca dal vocabolo arabo "Syac" che vuol dire "bagno";
altri da "al Saqqah" che vuol dire la "separante"; comunque l'ipotesi più attendibile
è di "Saqqa", toponimo risalente al culto del dio siriano "Shai al Quaaum".
Sciacca ha origini antichissime ed è impossibile stabilire una data di fondazione. Testimonianze di insediamenti
risalenti al periodo neolitico sono state rinvenute all'interno delle grotte vaporose del Monte Kronio.
Furono i greci della vicina Selinunte a sfruttare per primi le proprietà terapeutiche delle stufe naturali
ampliandone il primitivo borgo. Con i romani, sotto l'Imperatore Diocleziano, divenne sede delle poste siciliane.
Gli arabi, nel IX secolo, trasformarono il piccolo agglomerato di case in una delle 22 città più
importanti della Sicilia e il porto fu uno tra i più attivi per l'esportazione del grano. Nel 1101 fu donata
dal conte normanno Ruggero I alla figlia Giulietta che la arricchì di chiese e monasteri; furono innalzate
le mura di cinta e costruito il castello vecchio.
Ebbe ruolo determinante nella guerra del Vespro, resistendo all'assedio Angioino (pace di Caltabellotta 1302).
Nel 1400, lo sposalizio tra Margherita Peralta e Artale Luna fu la causa di lunge e sanguinose lotte tra la famiglia
Luna di origine catalana e i Perollo di origine normanna che si protrassero fino al 1529 e diedero vita al tanto
raccontato "Caso di Sciacca".
Greci, romani, arabi, normanni, spagnoli lasciarono tutti un pezzo della loro storia e della loro cultura che ancora
oggi ritroviamo nel patrimonio artistico della città e nelle tradizioni popolari della sua gente.
Fu protagonista nel luglio del 1831 di un evento geologico straordinario: nel suo mare emerse un'isola vulcanica
che solo dopo sei mesi si inabissò: l'Isola Ferdinandea.
E' probabile che il primo nucleo abitativo sia stato quello tra la zona del Figuli e il torrente Bagni, per la
presenza di ottime cave di argilla e per le sorgenti termali.
Il nucleo di fondazione dell'odierna città, risalente al periodo normanno, è abbarbicato alla propaggine
rocciosa dell'area attuale di San Nicolò la Latina (1134).
La città di Sciacca, fino al XIX secolo, poteva considerarsi divisa in quattro quartieri: il quartiere della
"Terra Vecchia", il "Rhabbat", la "Cadda" e il "Quartiere di Mezzo".
"Terra Vecchia", ovverossia l'area dell'insediamento primordiale comprendente i castelli: dei Perollo
(1300) e dei Luna (1380), il monastero delle Giummare (1103), la Badia Grande (1380), la chiesa di Sant'Agostino
(1753), la chiesa Madre (1656).
"Rhabbat" o "Rabato" che significa "mercato" era l'area dedicata al commercio, alle
attività, ai negozi, confinante con la "Terra Vecchia" e includeva: la chiesa di San Michele (1614),
la chiesa di Santa Caterina (1520), la chiesa del Purgatorio (1480), il palazzo Inveges (1700), il collegio dei
Gesuiti (1613).
"Cadda" o "ghetto degli ebrei" occupava la zona nord/est della città, caratterizzata
da edilizia popolare. Sono in quest'area: la chiesa di San Leonardo (1393), la chiesa di San Francesco di Paola
(1744), la chiesa di San Vito (XIII secolo).
"Quartiere di mezzo", era un'area di forma rettangolare occupante tutto il versante est della città,
sono in quest'area: la Porta Palermo (1753), il Palazzo Steripinto (1501), il convento dei Frati Carmelitani (1200
ca), la Porta del Salvatore (1581), la chiesa di Santa Margherita (1342), la torre di Pardo (XV secolo) e il convento
di San Domenico (1534).
Una nota di menzione va allo Steripinto, raro esempio di facciata con bugnato a punta di diamante e all'imponente
cinta muraria fatta erigere dal vice re De Vega (1530).
Le terme
Le terme di Sciacca hanno origini antichissime che si perdono nella notte
dei tempi. La leggenda vuole che Dedalo in fuga da Creta, fermatosi nelle vicinanze delle grotte vaporose, avendone
scoperto l'uso curativo, le abbia sistemate costruendone l'antro con sedili intagliati nella pietra. L'uso dei
vapori delle grotte del Monte Kronio a scopo terapeutico risalirebbe ai greci, quello delle sfruttamento delle
acque ai romani, veri realizzatori di una cultura termale. Il fenomeno, alimentato da una attività vulcanica
sotterranea, si manifesta all'aria aperta con un ricco patrimonio idro-termale, che ne fa una stazione di primaria
grandezza, la cui efficacia è attestata, da molti studiosi, in molti trattati.
All'interno delle grotte o stufe di San Calogero l'atmosfera satura di vapore acqueo raggiunge la tempertura di
40° centigradi. La cura essudatoria è indicata principalmente per i dolori reumatici.
Diverse sono le caratteristiche delle acque e le loro proprietà curative, la più importante è
l'acqua sulfurea fuoriuscente dalla Valle dei Bagli, che convogliata nell'antico stabilimento termale, di recente
restaurato, alimenta delle vasche dove viene posto il fango a maturare, utilizzato per la fangoterapia.
Nello stesso luogo sgorga la sorgente dell'acqua "santa", un'acqua minerale considerata un toccasana
per la diuresi.
Poco distante da li, è stato riaperto con una struttura ampia e moderna lo stabilimento dei Molinelli, dove
in enormi piscine sono state convogliate acque salso-bromo-iodiche della vicina sorgente, indicate per i problemi
dermatologici.
Le terme rimangono aperte tutto l'anno e le cure si praticano all'interno del nuovo stabilimento sito sul lungomare,
sopra la rupe di Cammordino, edificio liberty risalente agli anni 30.
Il mare, l'artigianato ed il Carnevale
La varietà di
mare e di coste permettono di soddisfare le molteplici richieste che oggi, sempre di più giungono. Qualunque
ingresso, lungo le strade principali, ha uno sbocco a mare, in una rada o caletta. Il mare è pescoso in
tutte le località (da ferma, in barca, sub).
L'attività primaria della città è senza dubbio la pesca, anche se storicamente, sia per il
clima che per condizioni sociali, l'agricoltura ha svolto un ruolo fondamentale per la vita economica della città.
Il porto, ampliato di recente e attrezzato modernamente, ospita circa 500 natanti (pescherecci e piccole imbarcazioni)
che giornalmente scaricano 5000 tonnellate di pesce.
Altro elemento dell'economia saccense è costituito dalla produzione granaria, ortofrutticola, olearia e
vinicola.
Il considerevole livello di produzione è attestato dalle cantine e dai numerosi oleifici. I vini pregiati
e l'olio extra vergine d'oliva di Sciacca sono presenti sui mercati di tutto il mondo.L'artigianato trova la sua
massima espressione nella ceramica maiolicata.
Le origini del carnevale saccense risalgono, con probabilità, al 1916 , quando il vicerè Ossuna "buttò
bando all'ultimo di Carnevale, che ogniuno s'avesse di vestire in maschera". Carnevale, per la città
di Sciacca, rappresenta un momento allegorico-satirico per uscire allo scoperto: in quei giorni gli "schiacchitani"
scatenano la loro fantasia.
Nei mesi che precedono la festa, inizia la costruzione degli enormi carri allegorici, realizzati da costruttori
che da cent'anni si tramandano l'arte della lavorazione della cartapesta. Il carnevale inizia il giovedì
grasso con la consegna simbolica delle chiavi della città al re del carnevale: Peppi Nnappa e continuerà
fino al martedì grasso quando il carro di Peppi Nnappa viene bruciato nella pubblica piazza.