PIZZO CALABRO (Vibo Valentia)


Venendo dall'autostrada e laciato il bivio Angitola dopo aver percorso sei chilometri lungo una via provinciale in buono stato, siamo a Pizzo.
La cittadina si presenta pulita e fragrante di profumo di mare. Dalla piazzetta principale, ove si può parcheggiare l'auto dopo aver percorso una strada pittosto stretta, e dove numerosi bar offrono i loro tavoli e dei buoni gelati al turista, è possibile notare il sottostnte castello, la Marinella e le case digradanti tra viuzze e scale verso il mare.
Il vecchio abitato conserva ancora scorci interessanti ma l'attrattiva principale è costituita dal castello. Costruito dagli Aragonesi, divenne celebre perché vi fu tenuto prigioniero e poi fucilato Gioachino Murat. Ai visitatori il custode del castello, in parte ora destinato ad ostello per la gioventù, consegna uno stampato sul quale è riprodotto il testo dell'ultima lettera di Gioachino ai familiari prima della morte.
Andando verso la Marinella, sulla sinistra, meno di un chilometro dopo aver lasciato il castello, scorre un'antica e fresca fonte a due canali.
Locali tipici e centinaia di corvi e di rondini sono l'attrattiva della Marinella. Quivi opera un gruppo di ceramisti i quali offrono significative ceramiche. Infine, non c'è visitatore che non si rechi ad ammirare la chiesetta di Piedigrotta alla periferia Nord della città, interamente scavata nel tufo, che affiora in riva alla spiaggia.
Sempre a Nord della città, circa 4 km, oltre il campo sportivo, si trova un cantiere navale ove vengono costruite barche e barcono con tecniche antiche.
La spiaggia è lunga 300 m., profonda 10-20 metri, sabbiosa. Oltre la rupe a Nord, si estende per altri 500 m.