ORBETELLO (Grosseto)

La città sorge su una piccola penisola circondata dalle lagune di Levante e di Ponente divise da una diga artificiale che dal 1841, unisce la città al promontorio di Monte Argentario. Le lagune sono chiuse da due lingue di terra dette romboli della Feniglia e della Giannella, che offrono al visitatore diversi chilometri di incantevoli spiagge. Collocata in un ambiente unico e spettacolare , unica è infatti la sua topografia, vista dall'alto assomiglia alla prua di una nave ancorata nelle placide acque della laguna ed unita al promontorio argentario, dalla diga artificiale, quasi fosse una passerella che consenta di scendere a terra. Orbetello proprio per questa particolare conformazione geografica è stata da sempre ambita terra di conquista , appartenendo nei secoli agli Aldobrandeschi, agli Spagnoli, ai Francesi , ai Lorena ed inoltre all'abbazia delle Tre Fontane. L'origine del nome solleva molti interrogativi : Orvelus, Urva Tellus o Urbis Tellus ? Città circolare, città delle erbe o città dell'urbe ?
Le sue origini rimangono tuttavia misteriose e se il Piccinino nel 1455, non avesse saccheggiato anche l'archivio, forse tanti dubbi sarebbero a quest'ora risolti. E' nel centro storico che si svolge tuttora la vita del paese. Prima che l'espansione urbanistica fosse così evidente, l'orbetellano, poteva godere di tutte le comodità senza dover percorrere più di cinque minuti di cammino . Scuole, uffici, cinema teatro, ospedale, pretura, chiese, ferrovia, traghetti, erano tutti facilmente raggiungibili all'interno della cinta muraria. Oggi alcune attività si sono trasferite nel nuovo quartiere di Neghelli. All'inizio del XX secolo l'economia della città era ancora largamente legata all'agricoltura ed alla pesca in laguna. Con i primi fermenti industriali nacquero numerose fabbriche la colla e concimi, il Molino e Pastificio Argentario, le Miniere, l'idroscalo, lo stabilimento per la lavorazione del pesce, il trenino per Porto S. Stefano ed i motoscafi , che uniti alla pesca in laguna, trasformarono Orbetello in una città ricca di attività che le valse gli appellativi di Piccola Venezia.
Sono molte le testimonianze storiche che si possono ammirare nel centro storico, come la Polveriera Guzman, dove Garibaldi nel 1860, si rifornì di armi e munizioni e portò con se a Talamone per imbarcarsi. La Fortezza, che qui chiamano i "bastioni" sulla sommità della quale spicca il Cassero, costruita dall'architetto militare Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. Nella piazza la piccola Chiesa di S. Maria delle Grazie, dove al suo interno è conservato un affresco di scuola senese raffigurante la Vergine col Bambino seduta sul trono tra i santi Pietro e Paolo. L'autore del dipinto che risale al XV secolo, è sconosciuto ma lo si attribuisce al De Landi che pare abitasse ad Orbetello in quel periodo. A pochi metri la Porta Nova in onore del duca di Medina governatore spagnolo (XVII secolo). Sopra la Porta si nota la statua di S. Biagio, patrono di Orbetello. In piazza Cavallotti e presso le pescherie si possono ammirare La Porta a Terra esterna e la Porta del Soccorso.
La prima, che fu costruita da Ferdinando di Grundenberga, munita di ponte levatoio, aveva ai lati due locali per il corpo di guardia e per le munizioni, la seconda costruita in travertino era abbellita da un elegante frontone e da una lapide recante il nome del vicere di spagna Duca D'Ossuma.Il centro storico è circondato dalle mura etrusche per circa due chilometri. Costruite con blocchi poligonali, le mura risalgono probabilmente al V secolo a.C.. Oggi non sono più bagnate dalla laguna . Proseguendo verso le Mura di Ponente, si giunge nelle Piazze della Repubblica e del Duomo, dove sulla sinistra, sorge l'antica cattedrale di Santa Maria Assunta. Costruita su un tempio etrusco-romano, venne abbellita dagli Orsini, con una facciata in stile gotico-toscano.Da vedere è l'antica Caserma Umberto I , già istituto religioso, che attualmente ospita il prezioso frontone di Talomone che si può ammirare esposto in una delle principali sale. Questo edificio che si può dire è il centro della cultura, è anche la sede della proloco.
Passeggiando per il Corso si possono ammirare il Palazzo del Governatore, detto anche del Padiglione, sormontato dalla torre dell'Orologio ed il monumento a Garibaldi, opera di Ettore Ferrari. In lontananza si nota la facciata rinascimentale della chiesa di S. Giuseppe, il palazzo del Governo, detto anche del Colonnello, realizzato dal governatore della repubblica di Siena nel XVI secolo, il palazzo del comune edificato ai primi dell'800, il monumento ai caduti Orbetellani costruito dall'ingegnere Ettore Berni al centro di piazza Plebiscito, sono certamente da vedere. Anche la chiesa di S. Francesco di Paola in piazza Beccaria, è da visitare, al suo interno è sepolto Giuseppe della Gatta, figlio del comandante morto nel 1646 combattendo sui bastioni, durante l'assedio francese. Imboccando poi la "diga" lasciando poi alle spalle l'ex Bagno Penale, appare nella sua incomparabile bellezza il Molino Spagnolo, ultimo di una serie di nove costruiti dai senesi, ma così chiamati per rimaneggiamenti successivi ad opera degli spagnoli. Se dalla diga ci dirigiamo a destra ed arrivati al ponte di S. Liberata gireremo ancora a destra ci troveremo al Tombolo della Giannella, striscia di terra che separa la Laguna dal mare. Dalla parte del Tombolo che si affaccia sulla laguna di ponente, possiamo ammirare degli isolotti diventati dimora abituale di una grande varietà di uccelli migratori. Qui sosta il lenicottero rosa, creatura di rara bellezza che contribuisce a rendere particolare, il già bel paesaggio. Proprio al centro del Tombolo il WWF in un casale del '600 gestisce un centro di educazione ambientale. Dal lato mare il tombolo si distende per chilometri in spiaggia finissima fino alla foce dell'Albegna, separato dalla strada che lo solca da strisce consistenti di folta macchia mediterranea. Giungiamo così ad Albinia, frazione del comune di Orbetello. Da qui in avanti, sull'Aurelia fino alla foce del fiume Osa, si allunga una fitta ed ombrosa pineta marittima che cela alla vista di chi transita una lunga e rettilinea spiaggia silenziosa, tranquilla ed accogliente lambita da un mare qui particolarmente calmo e limpido. Numerosi campings, assai ben attrezzati si celano discretamente nella pineta, fornendo la base ideale per una vacanza all'aria aperta.Si possono visitare le terme antiche delle acque sulfuree. Nell'interno, il paesaggio muta incantevolmente, e gli immensi campi di girasole e granoturco,si alternano con i poderi e le ampie distese a frutteti e vigneti così via fino ad arrivare alle pendici che portano a Magliano e Manciano e su su verso Saturnia. Se ora facciamo ritorno alla "diga" e ci dirigiamo verso sinistra, incontriamo il Tombolo della Feniglia.Si allunga per sei chilometri dall'Argentario alla terraferma ed è sede di una riserva naturalistica forestale.Si può percorrere solamente a piedi o in bicicletta e le sensazioni di quiete e tranquillità del tutto particolari che oltre ne rendono indimenticabili il ricordo.
La Feniglia è il regno incontrastato delle più svariate tonalità di verde e di gradevoli protumi propri della macchia mediterranea resi più intensi dalla presenza della rigogliosa pineta che spande la sua ombra ristoratrice all'i'terno. Qui vivono in completa libertà, perché protette, numerose specie di animali. Non è raro percorrendo la "strada bianca" imbattersi in gruppi di daini che pasturano tranquillamente. Una spiaggia di sabbia dorata lambita da acque limpidissime, completa lo scenario di questo lembo di paradiso.
Ansedonia si erge dagli arenili e dal verde cupo della macchia mediterranea alla fine del Tombolo. Sulla sommità del colle sono sparsi i resti dell'antica città di Cosa, da qui si ammira un panorama la cui bellezza suggestiva non è facile da descrivere. Il Tombolo si allunga verso l'argentario sotto di essa, separando il mare dalla laguna in uno spettacolo di armonia e di colori. Il colle di Ansedonia, degrada verso il mare con coste ripide e rocciose.
Qui ad Orbetello il turista ha l'imbarazzo della scelta : mare, montagna, lago, pineta, spiaggia o campagna. Altrettanto varia è la cucina locale che spazia dal pesce della laguna a quello di mare per terminare poi con vari tipi di cacciagione . Nelle vene dell'orbetellano scorre sangue etrusco, spagnolo e...d'anguilla :il suo carattere è allegro, schietto, ironico ed ospitale. Mettetelo alla prova !
I Fiora segna il confine naturale tra la Maremma laziale e la Maremma grossetana ; tra il confine amministrativo e la dogana dello stato pontificio sono al Chiarone.
Anche nella poesia il fiumicello è noto come un confine palustre tra la Toscana ed il Lazio. Il Carducci che lo varcò venendo da Roma nel 1879, vi sentì il ribrezzo dei miasmi a dell'infernale bosco dantesco, dai contorti alberi che tengono prigionieri i suicidi. Ma improvvisamente ".....Disvelasi lunge superbo a veder l'Argentario lento scendendo nel Tirreno cerulo.
Il sole illustra le cime . Là in fondo i miei colli, con la serena vista, con le memorie pie.
Ivi m'arrise lanciullo la diva sembianza d'Omero".
Orbetello fu vivo dall'età etrusca e romana al dominio degli Orsini.
Conquistata nel 1417 da Siena, gli oltre 400 abitanti "la maggior parte agiati e ricchi" s'erano ridotti nel 1434 ad ottanta "venuti di nuovo e poverissimi, che poco o niente hanno al mondo". Risorse dopo la guerra tra i Medici alleati degli spagnoli e i senesi alleati dei francesi. Creato lo statuto dei Reali Presidi, il paese lagunare ne divenne la capitale e ritrovò una dignità, ma non toscana.


CENNI STORICI
Le origini storiche di Orbetello risalgono quasi certamente al periodo neolitico.
Vari ritrovamenti di utensili e di un'urna biconica del periodo di sepoltura ed incenerazione ne fanno testimonianza. La città fu abitata dagli Etruschi almeno fin dal VII secolo a.C. . La sua estenzione urbana doveva coprire pressappoco la stessa area attuale ; lo dimostrano i resti delle mura di recinzione , in alcuni punti del tracciato ancora imponenti. Orbetello, almeno fino a che fu costruita la colonia romana di Cosa, rivestì anche una certa importanza come porto lagunare, a cui faceva capo il movimento commerciale dell'agro circostante. Dopo molti secoli privi di documentazione, Orbetello ricompare fra i possessi dell'Abbazia delle Tre Fontane, a cui apparteneva probabilmente a partire nell'alto Medioevo.
Seguì poi le vicende dell'area circostante : nel XIII secolo di fatto era nel dominio degli Aldobrandeschi e all'inizio del XIV fu conquistata dal comune di Orvieto.
Nella seconda metà del XIV secolo passò agli Orsini di Pitigliano. Del 1417 la conquista senese a cui seguì, come in altri centri conquistati la costruzione di nuove mura.
Con il 1557 fu fatta capitale del nuovo stato spagnolo dei Presidi.
A questa fase storica risale gran parte delle imponenti fortificazioni ancora conservate che, insieme a quelle dellìArgentario trasformarono questo tratto di costa in un enorme macchina da guerra.
Di rilevanza storica sono le Crociere Atlantiche con idrovolanti che furono compiute sotto la guida di Italo Balbo nei primi anni del '900 ; da Orbetello si raggiunse New York, Brasile ed altri paesi del Sudamerica.