Altavilla Irpina (Avellino)




Dalle recenti scoperte archeologiche e dalla relativa documentazione ricavata si può affermare che il territorio altavillese fu abitato dal IV secolo a.C. al VI d.C. con una progressiva ed ininterrotta frequentazione continuatasi fino ai giorni nostri. Tracce di strutture insediative da cui provengono gran parte dei materiali finora recuperati sono state individuate nelle località Monte Toro, Chianche, Belvedere, Tufara, Pingera, Spilacito, Bagnara, Campo dei Santi e Ortolano.
Evidentemente anche ai dominatori Romani doveva essere ben nota l'importanza strategica del territorio di Altavilla proprio perché, situata sulla strada che da Abellinum (odierna Atripalda) portava a Benevenum (odierna Benevento), costituiva una validissima difesa naturale a guarda delle valli circostanti. E di questo furono ben consapevoli più tardi i longobardi, a cui si deve il carattere urbanistico castrense del primitivo nucleo abitato del paese.
Il centro è menzionato per la prima volta col nome di Altacauda in alcuni passi delle cronache della prima metà del XII secolo, registrate da Falcone Beneventano e Alessandro Telsino, e dal noto Catalogus Baronum. Una pergamena dell'Archivio di Montevergine del 1200 già riporta il toponimo di Altavilla. Per quanto riguarda il come ed il perché del passaggio dall'uno all'altro nome finora non si è avuta alcuna interpretazione. E' comunque certo che l'etimo attuale deriva dal francese Atilia, trasformato successivamente in Haltilie-Haute Ville, da cui Altavilla.
Nel marzo del 1134 l'abitato fu distrutto dal normanno Ruggero II, quando signore di Altacauda era Raone de Farneto, subfeudatario del conte Rainulfo I di Avellino e suo alleato. Più tardi, lo stesso Ruggero II ordinò agli abitanti del luogo l'edificazione di un nuovo circuito murario e di altre strutture difensive.
Dal 1180 al 1238 il feudo fu in possesso di Riccardo, Rao ed Emma de Farneto. Nel 1232 infatti, i tre fratelli sono ancora menzionati in un diploma dell'imperatore Federico II conservato nell'Archivio di Montevergine. Verso la fine dello stesso secolo il paese fu acquistato dalla famiglia De Capua, che lo tenne fino al 1792. E fu proprio un nobile De Capua, Bartolomeo I (1248-1328), arcivescovo di Pisa, Protonotario del Regno e conte di Altavilla, il primo feudatario a finanziare nel 1289 un progetto di trasformazione del vecchio nucleo fortificato in un artistico palazzo residenziale.
Probabilmente tutti i successori di Bartolomeo I non vennero mai sul posto, dimorando essi abitualmente a Napoli, dove prestavano servizio presso la Corte Reale. Solo Andrea II De Capua, dopo il suo matrimonio con l'ex regina Costanza di Chiaromonte (16 dicembre 1396), dovette passare e alloggiare per qualche tempo nel paese. Nel 1732 Barolomeo VI successe naturalmente nei titoli e nei feudi paterni. Ma la moglie Costanza Gaetani non ebbe alcun figlio e con la morte dell'ultimo componente della famiglia De Capua il feudo passò al Fisco Regio e aggregato poi come Università alla provincia di Principato Ultra.
Il paese subì saccheggi e depredazioni durante l'invasione dei Francesi nel 1799. Successivamente fu devastato da due disastrose alluvioni nel 1875 e nel 1878.

Palazzo Comitale
La costruzione ebbe inizio nel 1238 e fu portata a termine nella seconda metà del XV secolo. Attualmente l'edificio visibile è quello quattrocentesco, con un corpo anteriore e due ali simmetriche rispetto all'asse principale. Oltre il portale d'ingresso in stile toscano, a pianterreno si notano la cappella, un grande arcone depresso in stile catalano, un cortile intermedio ed una scala a doppia rampa sullo sfondo del giardino e del panorama. Le finestre a croce guelfa e tutte le ornamentali intagliati sempre in stile toscano. Al centro di ogni architrave si vede uno scudo inquadrante gli stemmi dei diversi titoli di Casa de Capua.


Monastero Verginiano
L'edificio, costruito agli inizi del XVII secolo, ha forma quadrangolare con a pianterreno il caratteristico chiostro caratterizzato da ampi porticati ed una cisterna centrale circondata dal piazzale con intorno i vari locali destinati originariamente per la cucina, i cellari e la legnaia. Il primo piano è invece costituito da lunghi corridoi a nord ed est e da dodici ex-celle disposte a sud ed ovest, guardanti il giardino sottostante. Oggi il Monastero, quasi completamente restaurato, ospita gli uffici comunali di Altavilla.

Collegiata dell'Assunta o di S. Pellegrino
Situata a pochi metri dal Palazzo "de Capua", la chiesa fu edificata per la prima volta intorno alla metà del XVI secolo. Fu completamente rifatta fra il 1789 ed il 1824. L'edificio è a croce latina con quattro ordini di pilastri e tre navate. Preziosi sono l'altare maggiore, costituito da lastre di marmo policromo, intarsiate, ed il bassorilievo in bronzo collocato nella lunetta sovrastante la porta laterale sinistra e rappresentante Gesù che abbraccia la Croce e l'Eucarestia, opera di Donato Bruno (XVI secolo).

Chiesa della SS. Annunziata
La chiesa, costruita nel 1423, conserva ancora l'originario portale con al centro dell'architrave lo stemma del paese (tre monti con una filza di nocciuole torrefatte) e superiormente l'iscrizione latina "Altavillensis Repubblica templum hoc Annuntiatae Virginis Juris patronaturs dicavit Anno Domini MCCCCXXIII".

Località Ortolano
E' parte di un impianto industriale del III-IV secolo d.C. con due fornaci in opus latericium per la cottur di tegole e mattoni, un ambiente pavimentato con lastre di tegoloni, una grande vasca in cocciopesto, un lungo muro in opus vittatum ed un pozzo circolare.

Località Monte Toro
In località Monte Toro sono i ruderi della pieve rurale di San Martino del XII secolo. La cappella, di forma rettangolare e con l'abside disposta con l'entrata a nord, mostra nelle strutture attuali tracce dei rifacimenti che l'edificio subì fra il XIII ed il XVI secolo.

Località Ponte dei Santi
E' visibile la cappella di S.Bernardino del XV secolo. La costruzione, recentemente restaurata, presenta però le caratteristiche del rifacimento eseguito nel 1980. All'interno vi è solo altare con la statua del Santo, che secondo la tradizione locale qui insieme a Giacomo della Marca compì nel 1440 alcuni miracoli.

Torre Normanna
In piazza Tiglio, racchiusa in parte fra edifici privati, è visibile una torre cilindrica di età normanna (XII-inizi XIII secolo) con pareti esterne verticali.

Il Palio dell'anguria

Una gara nella quale i cavalieri concorrenti cavalcano in sella ad un asino portando in grembo un cocomero (vedi citazione sul Venerdì di Repubblica del 04/09/98).