CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (Grosseto)
Lungo la costa
Toscana, poco sotto il parallelo dell'isola d'Elba, nel cuore della Maremma, esiste un antico paese, Castiglione
della Pescaia, che nel panorama turistico italiano viene indicato come un esempio di varietà.
Semplificando si potrebbe dire che Castiglione della Pescaia è tante cose insieme, una diversa dall'altra.
Tre gli elementi dominanti di questa così marcata diversità: il mare, la Maremma, gli Etruschi.
Sul mare, pescoso e quasi sempre navigabile perché raramente agitato, si possono praticare tutti gli sports
acquatici. Imbarcazioni da diporto trovano posto nel grande porto canale dove attraccano anche le barche da pesca
con il loro carico guizzante.
Innumerevoli le testimonianze etrusche, il popolo misterioso che per sette secoli prima di Cristo dominò
l'Etruria, cioè la Toscana di oggi, lasciandovi il segno di una grande civiltà. A parte Vetulonia,
centro etrusco di rilevante importanza, a pochi chilometri da Castiglione della Pescaia, c'è una costellazione
di località etrusche assai note, come Tuscania, Tarquinia, Volterra, che il turista può raggiungere
comodamente. Difficile descrivere lo spettacolo della pineta maremmana: se ancora oggi è quella che possiamo
vedere, lo si deve all'educazione civile dei toscani, che hanno saputo salvaguardarla dagli attentati della speculazione
edilizia e del cattivo gusto.
Immenso polmone verde sprigionante ossigeno, la pineta maremmana ci fa capire il valore della difesa ecologica.
Sono migliaia di ettari di verde intenso, dove vive felicemente la fauna e dove prospera una flora tra le più
ricche, con esemplari di rara bellezza. Vi si può andare a piedi, a cavallo, in bicicletta, in auto, per
molti chilometri, lungo le strade asfaltate o per sentieri che si addentrano nel sottobosco, tra il muschio e gli
aghi di pino. Non è raro vedere il cinghiale, il daino, il capriolo, l'istrice, il tasso, la volpe, il gatto
selvatico, la faina e la donnola. Nella zona del padule, nuota la lontra.
Dietro la profonda fascia di pini marittimi e domestici, che fa da diga contro i venti salati, prospera la vegetazione
mediterranea, come il leccio, il lentischio, la quercia, l'acero, il sorbo, il corbezzolo, e la palma nana. Tra
gli arbusti delle dune, il mirto, l'asfodelo, l'euforbia. Nel padule, il giglio di mare, le tamerici, il giunco;
nel sottobosco il pungitopo, l'olivastro, il viburno, per citare le più note. Storicamente, al posto di
quella che appare oggi la pianura grossetana, c'era il mare, con isole e isolette, che nel corso dei millenni,
l'Ombrone e altri corsi d'acqua, trasportando detriti, unificarono lentamente.
Notevole l'attrezzatura ricettiva, con 37 alberghi, 5 campeggi ed innumerevoli alloggi privati dislocati lungo
tutta la fascia costiera in pineta sul mare.
Lungo la costa sempre nella pineta, si trovano due villaggi turistici internazionali, completi di attrezzature
sportive.
Il clima particolarmente mite e poco piovoso consente una stagione turistica che dura tutto l'anno.
La costa
Il mare, a Castiglione della Pescaia, è incontaminato.
Non esistono, in tutta l'area, industrie inquinanti e c'è una rete di depuratori attraverso i quali anche
le acque di scarico diventano pulite.
La spiaggia è lunghissima: 25 chilometri di costa, di cui 17 di sabbia finissima, ai margini della pineta,
e 8 di scoglio sullo sfondo della macchia mediterranea. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Chi ama le comodità
delle attrezzature balneari, può andare in uno dei 28 stabilimenti balneari, ma la maggior parte della spiaggia
è libera ed esistono anche parchi pubblici in pineta.
Il turista che voglia fare dello sport troverà tutto quello che desidera, compresa l'atmosfera della competizione
tra i cultori della barca a vela o del surf. Ma c'è tanto spazio anche per coloro i quali preferiscono appartarsi
per leggere, meditare o contemplare la natura.
Una delle più ragguardevoli caratteristiche di Castiglione della Pescaia è il contrasto tra una vita
balneare intensa, ricca di innumerevoli possibilità di svago e di divertimento, e la totale assenza di quel
chiasso e di quell'affollamento che sono l'emblema scostante di irrazionali e improvvisate stazioni balneari. Oltre
ai venticinquemila metri lineari di sabbia e di scoglio, c'è l'immensa profondità della pineta. Ci
sono campeggi appositamente attrezzati per il turismo giovanile, e sono ancora i giovani che danno vita a giochi,
esibizioni sportive, e che per primi scoprono le baie nascoste, le insenature deserte, gli angoli dove ognuno di
noi vorrebbe costuirsi un rifugio. Si noleggiano barche, a vela e a motore, con o senza mainaio, si affittano wind-surf
e yachts, si pratica lo sci d'acqua e la pesca sub.
Esistono anche scuole di vela e di motonautica che chiunque può frequentare senza noiose formalità.
Un po' di storia
Non mancate di visitare il borgo medioevale sul colle di Castiglione
della Pescaia, dal quale si domina la pineta, il porto canale, la parte moderna del paese.
Guardandolo dall'alto si capisce che il suo sviluppo è stato razionale e ordinato, perché ha lasciato
spazio al verde e alla veduta del mare.
Basta una breve passeggiata lungo le strade di pietra viva, con antichi portali, antiche nicchie ed arcate, per
capire quanto sia profondo il passato di questo borgo murato.
Ceduto da Ottone I di Sassonia, imperatore di Germania, a Pisa nel 962, il borgo fu chiuso dai pisani in un cerchio
di mura possenti, con undici torri e tre portali, ed un castello triangolare. Questa, ancor oggi, è la parte
alta di Castiglione della Pescaia.
Il borgo nel 1404, per volontà dei castiglionesi, passò
sotto la protezione di Firenze e, successivamente, sotto il dominio degli Aragonesi (1447-1460) che lo vendettero
al Piccolomini per 50.000 fiorini d'oro. Il 20 gennaio 1559 fu acquistato per 32.162 scudi da Eleonora di Toledo,
moglie di Cosimo I De Medici, divenendo così parte integrante del Granducato di Toscana. Comune autonomo
già dal 1833, Castiglione della Pescaia entrò a far parte del Regno di Vittorio Emanuele II con l'unità
d'Italia.
Vetulonia, Tirli e Buriano
Anche se non fosse un importante centro storico, varrebbe lo stesso la pena di visitare Vetulonia (a 24 chilometri)
per la sua splendida posizione panoramica. Poco fuori il paese, si estende la necropoli, scoperta dopo molte ricerche,
nel 1887 da Isidoro Falchi. Fu Vetulonia che dette ai Romani i simboli littorii dei fasci e della scure. In nessun
altro luogo, come a Vetulonia, si può vedere la Maremma, dall'Argentario a Massa Marittima, all'Amiata.
Fu proprio questa sua posizione dominante che le dette la potenza dell'età etrusca. Tra la fine dell'VIII
e il VI secolo a.C., Vetulonia toccò il massimo splendore. Da vedere, nella necropoli, la Tomba della Pietrera,
la Tomba del Diavolino, le mura ciclopiche e il museo, con interessante materiale di scavo.
Bisogna andare a Tirli (17 chilometri) per capire com'era la vita nella Maremma di un tempo. Oggi come allora,
il paese è immerso tra i lecci e i castagni, e vi si gode un delizioso clima per la naturale ventilazione
del colle (450 m.s.l.m.), esposto alla brezza marina. C'è una cucina rustica, genuina, in perfetta armonia
con il quadro complessivo. Grande abbondanza di selvaggina, in particolare cinghiali, daini, fagiani, che attirano
gli appassionati della caccia e i buongustai della cacciagione. A Tirli ha luogo tutti gli anni una grande battura
al cinghiale, con suoni e canti accompagnati da rilevanti quantità di vino.
Arroccato sulla cima del monte di San Guglielmo, con castello medioevale e vista panoramica di grande ampiezza
sulla Maremma, Buriano è paese antichissimo. Da vedere la chiesa del 1000 d.C., vero gioiello di arte romanica.
Di notevole interesse la raffigurazione della Madonna dipinta sul vetro di una delle finestre. Nell'area di Buriano
è visibile il Romitorio.
Punta Ala
Punta Ala può essere considerata uno dei più riusciti insediamenti turistici di questo dopoguerra.
Si rimane colpiti dalla pulizia dei viali, dalla cura dei prati e delle aiuole, dal grande ordine che regna dappertutto,
dalla bellezza ed eleganza dei giardini. Le attrezzature balneari sono naturalmente adeguate. Cabine con docce
individuali negli organizzatissimi stabilimenti. E poi noleggio di barche, motoscafi, di yachts con o senza marinaio.
Piscine, tennis, galoppatoio per l'equitazione dei principianti e degli esperti, per il gioco del polo e le gare
di salto agli ostacoli. Punta Ala possiede inoltre uno dei più grandi campi da golf d'Europa, dove si tengono
gare nazionali e internazionali di alto professionismo.
Un'altra importante attrezzatura turistica è il porto con 900 posti barca che è uno dei più
belli e attrezzati del Mediterraneo. Punta Ala è dotata di un centro per i congressi, con due sale, una
di 306 posti e l'altra da 200 posti. Proprio di fronte al promontorio di Punta Ala c'è un isolotto con i
resti di una torre di guardia del 1560.
La campagna maremmana
La campagna maremmana, pianeggiante e circondata da colline boscose, è segnata soprattutto da distese di
girasole a coltivazione intensiva. Predominano poi il grano e i frutteti, oltre alla vite e all'ulivo. Un altro
tratto caratteristico della agricoltura maremmana sono i bovini di grande statura, con corna molto sviluppate,
mantello grigio e muscolatura possente. Un tempo adibiti per la loro robustezza a lavori pesanti, sono oggi allevati
per la riproduzione della razza e per la carne.
Fra le colture ortofrutticole vale la pena di ricordare i famosi carciofi morelli, che si mangiano anche crudi
con olio, sale e pepe. Fra i cereali risplende il già citato girasole.
A est del capoluogo si estende una vasta zona paludosa, che al tempo degli Etruschi era un pescoso lago chiamato
Prile. Oggi è un importante oasi faunistica meta di numerosi uccelli migratori. Nel mezzo del "padule"
risaltano i ruderi della "Casa rossa" simbolo dell'opera di bonifica realizzata nel secolo scorso.
Caccia e pesca
Nella stagione consentita, la caccia in Maremma, offre agli appassionati grandi soddisfazioni. C'è la caccia
al cinghiale, con la grande battuta di Tirli, la caccia alla lepre e al fagiano. Poi c'è la caccia nel padule.
Gli appassionati della pesca hanno a disposizione il pesce azzurro, spigole, naselli e cefali. La pesca sub si
pratica soprattutto lungo la parte scogliosa della costa. Si può anche andare, mettendosi d'accordo con
i pescatori, sulle grandi barche che prendono il mare al tramonto per la pesca a strascico.
Gastronomia
In Toscana la cucina è celebre per la genuinità dei cibi e la semplicità con cui vengono preparati.
Niente piatti elaborati, ma il sapore schietto delle cose autentiche.
Crostini di milza e fegatelli, bruschetta, crostini di funghi, salsicce di cinghiale, ecco un antipasto maremmano.
Ci sono poi i così detti piatti poveri, che non troverete da nessuna altra parte: l'acqua cotta (cipolla,
pomodoro, basilico, sedano, fatti soffriggere e poi diluiti con brodo e serviti su fette di pane abbrustolito);
tortelli alla maremmana (spinaci, ricotta, burro fuso, cacio e pepe); gnocchi di patate, pappardelle alla lepre.
E poi, come carne, la famosa costata toscana, cotta alla brace con olio sale e pepe. Cacciagione quanta se ne vuole.
Il pesce è sempre fresco e lo si può comperare direttamente al mercato sul molo quando rientrano
le barche, al tramonto. Ma se andate al ristorante, quale che sia, potete star certi che il pesce sarà cucinato
in modo perfetto. Racomandabile il risotto alle seppie, la zuppa di cozze, il cacciucco (che è un piatto
livornese, ma che qui viene fatto in modo diverso). Provate la grigliata di pesce del Tirreno, le squisite acciughe
e sarde alla brace, o i grandi pesci a taglio, fatti ai ferri o al forno.
Quanto ai vini c'è il Malvasia bianco e rosso, ci sono il San Giovese e il Chianti, nelle diverse sfumature
di sapore e di colore, che variano da un vigneto all'altro.
Folklore
Pochi sanno che, nell'800, i butteri della Maremma vinsero una gara di destrezza contro i cow-boys di Buffalo Bill,
in piazza del popolo a Roma. I butteri sono l'emblema del folklore maremmano e le celebrazioni di feste e ricorrenze
sono quasi sempre incentrate su tradizioni contadine, sull'eterno tema della caccia al cinghiale, sul coraggio
e sull'abilità del buttero, che cavalca dall'alba al tramonto.
Degna di nota l'antichissima festa dei Maggerini (di origine pagana), che si tiene ogni anno, a maggio, nella campagna
di Castiglione delle Pescaia e dei comuni vicini. La gente racconta antiche storie con suoni e canti e si mette
in testa coloratissimi fiori di carta e nastri di stoffa. Ogni anno, la seconda domenica di agosto si svolge il
Palio Marinaro, al quale partecipano i 5 rioni di Castiglione della Pescaia.