CASERTA


Casertavecchia
La prima immagine, a noi giunta, di Casertavecchia, scolpita sulla pietra tombale del vescovo Azzone, risale al 1310 e rappresenta una città cinta di mura e ricca di chiese e di torri. A questo periodo, forse il più fiorente della storia casertana, va riferito il definitivo assetto urbano di quello che oggi è solo un piccolo borgo posto sulla sommità dei colli Tifatini a circa 400 m. sul livello del mare.
L'impianto urbano attuale conserva l'asse principale collegato direttamente alla mulattiera che scala la collina partendo dall'Abbazia di San Pietro ad Montes.
Al centro dell'abitato è la piazza del Duomo sulla quale prospettano anche il palazzo vescovile, il seminario e la casa canonica che danno vita quasi ad una corte chiusa a pianta rettangolare dalla quale emergono la facciata della cattedrale e l'attigua torre campanaria.
Passando al di sotto del fornice del campanile si giunge, dopo una breve salita, ai ruderi del castello che ancora testimoniano la grande imponenza delle antiche fortificazioni.
Dal borgo, oltrepassando un esile arco in tufo grigio, unico resto dell'antica porta cittadina, e lasciandosi alle spalle la pineta che circonda il castello, si giunge alla piccola chiesa di San Rocco, riedificata durante il XVIII secolo.

La Cattedrale di San Michele Arcangelo

Insigne monumento dell'architettura romanica della campania, la cattedrale di Casertavecchia si erge al centro del borgo medioevale.
Fu terminata nel 1153 dal vescovo Giovanni che inoltre ornò con fasce di marmo le aperture ed i muri dell'edificio, secondo quanto riportato nell'iscrizione del portale mediano.
La torre campanaria, adiacente alla chiesa, iniziata nel 1234 è caratterizzata, al piano terra da un varco coperto da una volta a botte a sesto acuto, che scavalca l'asse viario diretto al castello.




Caserta nel piano
E' soprattutto con gli Acquaviva d'Aragona che lo sviluppo del villaggio Torre supera di gran lunga quello degli altri casai della Caserta medievale.
Con Giulio Antonio (?- 1956), e più ancora col figlio Andrea Matteo (1572-1634), iniziò un'epoca di grandiosi lavori di abbellimento e ristrutturazione del palazzo baronale e della città. Sorsero complessi religiosi e ville rinascimentali con giardini all'italiana, labirinti, giochi d'acqua e statue. Importanti ristrutturazioni furno apportate da Luigi Vanvitelli. Fu infatti necessario costruire diversi appartamenti per accogliere i sovrani borbonici e la loro corte, quando soggiornavano a Caserta, prima che si completasse la costruzione della Reggia. E' in questo periodo che l'edificio viene indicato come il "Real Palazzo Vecchio" a confronto del "Real Palazzo Nuovo" che si andava costruendo.
Attualmente qui sono ospitati gli uffici della Prefettura.
Ad Andrea Matteo si deve la costruzione delle ville suburbane "al boschetto" e al "Belvedere" di San Leucio, luoghi di ristoro e svago per il signore, secondo lamoda del tempo.
A questi successe l'unica figlia, Anna (?-1659) che aveva sposato Francesco Caetani, duca di Sermoneta (1594-1683).
Con i Caetani si assistette ad un lento decadimento della proprietà che continuò ad essere angustiata dai debiti fino a quando Michelangelo Caetani (1685-1759) nel 1751, fu costretto a vendere lo stato di Caserta a Carlo di Borbone.

La Reggia


Nel 1750, il pericolo del bombardamento di Napoli, da parte della flotta navale inglese e l'inadeguatezza della reggia partenopea indussero Carlo di Borbone (1716-1788) re di Napoli dal 1734 a prendere la decisione di erigere una nuova dimora reale, da porre al centro di una città ben organizzata in grado di divenire la nuova capitale del regno.
Fu scelto un sito posto nell'antico feudo di proprietà di Michelangelo Caetani di Sermoneta, chiamato villaggio Torre, posto alle falde dei Colli Tifatini in provincia di Terra di Lavoro. Come artefice dell'opera fu designato Luigi Vanvitelli (1700-1773), architetto napoletano di nascita, ma romano di formazione.
Il 20 gennaio 1752 si tenne la grande cerimonia per la posa della prima pietra alla presenza di tutte la autorità del regno, dell'architetto e dei reggimenti reali schierati secondo la pianta del palazzo da edificare. Dopo la successione al trono di Ferdinando IV (1751-1825) nel 1759, i lavori, che alla morte dell'architetto erano giunti al secondo piano dell'edificio, si protrassero fino alla fine del secolo.
Il compito di terminare la costruzione e di definire il Parco ancora in fase di progettazione fu affidato a Carlo Vanvitelli (1739-1821), figlio di Luigi.
La superficie coperta della Reggia è di 44.000 metri quadrati e per costruirla furono spesi circa 6 milioni di ducati.

Decorazioni e arredi
La Reggia di Caserta fu costruita e decorata con materiali preziosi provenienti da tutte le province del regno; tra questi spiccano la breccia di Mondragone, i marmi gialli e rosa di Sicilia, il travertino di Bellona, i marmi di S.Ilario, ecc. La caratteristica saliente dell'edificio è, pertanto, una compresenza di prodotti artigianali di elevatissimo valore artistico: dai marmi lavorati agli stucchi neoclassici, dai quadri di Hackert alle porcellane di Capodimonte, dai mobili di Luigi XVI ai pastori del presepio.

Il parco
Il Parco, così come oggi si vede, è solo in parte la realizzazione di ciò che Luigi Vanvitelli aveva progettato.
Passando ad una "visita" seppure sommaria, si nota subito che il parco, per chi esce dal palazzo, si presenta come diviso in due parti di cui la prima è costituita da un enorme "parterre" che va dal bosco vecchio, sulla sinistra, fino al palazzo baronale, sulla destra, e giunge fino alla fontana Margherita.
Procedendo verso nord-est, per chi viene dal palazzo, si trova la grande Peschiera, uno specchio d'acqua lungo 270 metri e largo 105, profondo tre metri.
Dalla fontana Margherita, che si presenta senza alcuna decorazione, inizia la seconda parte del Parco realizzata da Carlo Vanvitelli che, alla morte del padre, nel 1773, assunse la direzione dei lavori nella Reale Fabbrica.
Da questo punto, il terreno sale con un pendio lieve fino ai piedi della cascata che precipita dal Monte Briano.
Dopo la fontana Margherita, attraverso due rampe semiellittiche, si giunge ad una vasca lunga 475 metri che termina con la fontana "dei delfini".
Risalendo la via d'acqua s'incontra la fontana di Eolo, che non fu mai portata a compimento.
Più in alto, preceduta da sette vasche degradanti che assecondano la pendenza del terreno e formano altrettante cascatelle, si arriva alla fontana di Cerere posta sopra un piedistallo che stringe un medaglione con l'immagine della Trinacria.
L'ultima fontana, prima di giungere ai piedi della cascata, è quella dedicata a Venere e Adone. La dea supplica il suo amato di non recarsi alla caccia al cinghiale che può essergli fatale.
Finalmente si arriva ai piedi del colle di Briano dalla cui sommità scaturisce l'enorme massa d'acqua proveniente dalle falde del Taburno. Nel bacino sottostante lo scultore coglie l'istante in cui si consuma la tragedia di Atteone, tramutato in cervo, che sta per essere sbranato dai suoi cani.

Il giardino inglese
Regium Viridarium Casertanum: così era indicato nei cataloghi di piante pubblicati nel corso dell'Ottocento, il Giardino Inglese di Caserta, una delle più belle attrattive del "real sito".
Nel lato orientale del Parco della Reggia, su una superficie di circa 23 ettari di terreno fertile ed abbondantemente irrigabile, sotto la guida e cura dell'instancabile giardiniere inglese, John Andrew Graefer, erano sorti, alla fine del Settecento, boschetti, finte rovine, praterie, serre di piante esotiche e rare, fontane e canali le cui acque confluivano in un pittoresco laghetto secondo il progetto della regina di Napoli, Maria Carolina, che, su suggerimento di Sir William Hamilton, ministro plenipotenziario di Sua Maestà Britannica presso il Regno di Napoli, avev deciso di costruire a Caserta un giardno "informale" o "di paesaggio" secondo la moda che dall'Inghilterra andava diffondendosi in tutta Europa.
Nella realizzazione del progetto il giardiniere inglese G.A. Graefer fu affiancato dall'architetto Carlo Vanvitelli che, come direttore dei lavori nella reggia di Caserta, si occupò della costruzione delle emergenze architettoniche di cui il giardino bisognava. Dalla collaborazione, non sempre pacifica, tra i due, nacque un giardino di paesaggio a fundamentis sicuramente tra i primi in Italia.

Il Museo dell'Opera e i Sanniti
Il Museo della Reggia, che raccoglie documenti, progetti, disegni e materiali di costruzione del Palazzo Reale di Caserta, è stato inaugurato l'11 dicembre 1993, allestito nei sotterranei del Palazzo, precisamente nei locali del primo livello seminterrato.
La realizzazione del Museo dell'Opera, come afferma il Soprintendente Jacobitti nella prefazione del Catalogo, "...vuole essere il primo tassello nella logica del recupero di tutto il Complesso Vanvitelliano...".
Nel 1990, durante i lavori per il Museo dell'Opera, nel corso di scavi effettuati nel secondo cortile del Palazzo, vennero alla luce sette tombe di età sannitica della seconda metà del IV secolo a.C.
La necropoli rinvenuta è da mettere in relazione con un piccolo insediamento rurale, uno dei tanti borghi esistenti nel IV secolo nel territorio tra Capua e Calatia.

Le curiosità
Nella Reggia di Caserta si trovano 10 modellini in scala delle attrazioni un tempo esistenti e funzionanti alla villa Favorita che si trova presso Portici.
Su un modello, quello dell'altalena doppia, si può leggere "Paulus Arditus construxit... 1823" ed è probabile che anche gli altri siano stati realizzati dallo stesso artigiano operante in quegli anni. Le giostre sono: Flotta aerea - Ruota dei Campi Elisi - Gioco dei Campi Elisi - Giostra aerea - Giostra aerea bis - Altalena semplice - Altalena doppia - Quintilio - Carosello pensile.

La sedia volante
Nella Reggia di Caserta il problema di evitare le faticose ascese lungo le ripide scale del Palazzo, fu affrontato e risolto con la costruzione della "sedia volante", l'antenato del moderno ascensore.
Il progetto casertano, portato a compimento nel maggio del 1845, prevedeva la collocazione del motore in una cameretta, all'uopo predisposta, nell'intersuolo tra il primo ed il secondo piano, nell'ala ottocentesca del Palazzo.

Il Presepe
Il Presepe che oggi si ammira alla Reggia di Caserta è stato realizzato nel 1988, dopo il noto furto del gennaio 1985 che, in pratica, "distrusse" quello precedente, devastandone la struttura e decimando pesantemente il numero dei pastori.
Lo "scoglio", ricostruito a base quadrata, ha una superficie di circa 20 mq ed è visibile dai quattro lati. Le scene che si possono osservare sono: la Natività, con l'adorazione dei Magi e dei pastori; l'Annuncio che si trova alle spalle dell prima; la classica antica taverna napoletana arricchita con suonatori ed animali da cortile ed ancora il pascolo delle bufale, la sosta alla fontana ed una scena di mercato.
La realizzazione attuale si ispira all'allestimento compiuto dal pittore paesaggista Giovanni Cobianchi nel 1814, all'epoca di Ferdinando II.

San Leucio
La località di San Leucio, oggi frazione di Caserta, prende ilnome da una chiesa longobarda situata alla sommità dell'omonimo monte. Gli Acquaviva, principi di Caserta nel XVI secolo costruirono alle pendici del colle un casino di caccia che pree il nome di Belvedere. Dal 1776 al 1778 il Belvedere venne abbellito ed il salone delle feste trasformato in chiesa per la piccola comunità che vi risiedeva. Nel 1778 il re decise di dare avvio all'attività di tessitura di panni in seta e dette all'architetto Collecini l'incarico di trasformare il complesso in "edificio della seta". Nel 1789, Ferdinando IV promulgò il codice di leggi che regolavano la vita della "Reale colonia di San Leucio" definita da qualche autore un esempio di socialismo "ante litteram".

I quartieri operai di S. Ferdinando e di S. Carlo
Nelle due strade laterali del portone del Belvedere sorgno dei lunghi casamenti che inquadrano in una prospettiva conclusa, la facciata del Casino del Belvedere, "quartieri", di S. Ferdinando e S. Carlo. Tali strutture si resero necessarie per accogliere stabilmente gli addetti alle attività manifatturiere. Nel 1786 iniziò la costruzione dei due quartieri che si protrasseper circa un decennio. Progettati dall'architetto Ferdinando Collecini, già collaboratore di L. Vanvitelli, facevano parte di un piano complessivo per una città radiale di grosse dimensioni, che si doveva chiamare Ferdinandopoli.



"UN VOLTO PER FOTOMODELLA"
Comunicato Stampa

Music International Promotion

Carla Durante - Vincitrice 1997


Caserta, Piazza Carlo III: E' Elena la Regina di Caserta
Si è concluso a Caserta, nello splendido scenario antistante alla fantastica Reggia del Vanvitelli, il Concorso Nazionale per aspiranti modelle "Un volto per fotomodella", giunto ormai alla sua XIV edizione.
Il concorso quest'anno è patrocinato dalla Città di Caserta, dall'Ente Provinciale per il Turismo di Caserta, dalla Regione Campania Assessorato al Turismo e Spettacolo.
La manifestazione di carattere femminile, si differenzia dagli altri concorsi per lo svolgimento dello spettacolo conclusivo che tende ad unire la bellezza femminile, culturale e musicale. A tale proposito alla finale sono intervenuti: i re del latino americano con la macarena, El Tiburon, La Vuelta dello Swing, i Los Locos, gli intramontabili Cugini di Campagna con il loro medley tra cui "Anima mia", il fantastico balletto della Rai coordinato da Maria Vittoria Maglione, la dance, la dolcissima Lisa (dall'ultimo Festival di Sanremo) con la canzone "Sempre", l'incorreggibile Corona, il tenore Eduardo Guarnera, il mitico Mike Francis, la bravissima Anna Benz con il corpo di ballo coordinato dal bellissimo ballerino di Madonna, Luca Tommasini, l'emergente Stefano Zarfati e tanti altri. La serata è stata presentata dal giornalista televisivo Amedeo Goria, affiancato dalla bellissima presenza di Rosaria Renna, conduttrice di Radio Dimensione Suono, impegnata in quest'ultimo periodo per la trsmissione televisiva "Centocittà" di Telemontecarlo.
Come abbiamo detto non solo musica ma, anche per la gioia dei maschietti, 42 bellissime ragazze rappresentanti l'Italia hanno sfilato davanti ad una giuria attenta e qualificata, presieduta dal nosto stilista Egon Von Fustemberg, ma anche davanti agli occhi dei casertani e dei telespettatori di TMC.
Chi altri se non Corona poteva incoronare "Un volto x Fotomodella '98", Elena Lombardo, quattordicenne di Taormina che, tra lacrime ed applausi ha vissuto una serata non solo "gelida" ma indimenticabile. Gli altri titoli sono stati attribuiti a Laura Piovani di Viterbo, "Miss Fustemberg", Manuela Frangini di Roma, "Miss Cinema", Stefania Mangiafico di Pavia, Maria Monetti di Nocera Inferiore e Mariangela Minato.
E' vero che in Italia ogni anno si svolgno decine di concorsi di bellezza, ma è altrettanto vero che nessun altro concorso, nemmeno quelli che vanno per la maggiore, hanno mai "sfornato" modelle veramente belle come quelle dalla Music International Promotion dei fratellini d'Italia Dino e Massimo Civale. Infatti Elena, a neanche 24 ore dalla sua elezione, è già impegnata ad Amalfi insieme ad alcune sue colleghe per "Moda Mare Positano", ora con un po' di disponibilità e un pizico di fortuna vedremo la nostra Elena salire anche sul trono della moda. Auguri Elena e buona fortuna!!!

Music International Promotion
Via Nicotera, 36 - 84014 Nocera Inf. (SA) - Tel./Fax 081.929733
E-Mail:
civale@xcom.it
Sito Internet:
www.incontro.com/bellezze.italiane